lunedì 12 dicembre 2011

Tutti a Venezia - 2. Sensi

Venezia, 16/10/2011

Pernottiamo in un modesto hotel tra la stazione ferroviaria e il Ponte delle Guglie. Per raggiungere i Giardini dobbiamo nuovamente attraversare la città, fino a raggiungere la coda del pesce-Venezia. Cambiamo itinerario rispetto a ieri, attraversando Piazza San Marco e percorrendo Riva degli Schiavoni.

Ci sono troppi eventi tutti insieme, poi per settimane la città è un mortorio” si lamentava poco fa alla reception un amico del portiere. In realtà i manifesti affissi ai muri fanno intuire un certo fermento; d’altra parte ci pensano gli universitari a tenere viva una città che nel complesso si sta spopolando e la cui età media si sta notevolmente innalzando. Le condizioni di vita a Venezia non sono semplici e le giovani coppie preferiscono andare a vivere in luoghi più comodi.


Ho capito di non essere particolarmente recettivo verso l’arte contemporanea: tendo spesso a voler trovare un senso, anche se tante cose – come dice la famosa canzone prediligendo la metrica alla grammatica – un senso non ce l’ha. Oppure, all’opposto, cerco un’alterazione dei sensi; come ho già avuto modo di dire, diverse installazioni sono efficaci da questo punto di vista. Devo però ammettere che la buona parte delle opere mi lascia indifferente. In ogni caso preferisco la semplicità di certe immagini fotografiche, mentre non mi piace la provocazione fine a se stessa di scene di mutilazioni corporali o l’ostentazione di genitali e masturbazioni varie, tutta roba vecchia che ormai non scandalizza più nessuno. Apprezzo le opere che sbeffeggiano i potenti; guardo divertito due giovani ragazze che calpestano i volti dei politici incisi sul pavimento del padiglione norvegese, accanendosi in particolare su Berlusconi. Indignate anche loro?


Ma non è con l’indignazione che voglio concludere il racconto; meglio chiudere con il sapore dolce dei prodotti di una forneria veneziana che ci mangiamo rientrando in Rio Terà San Leonardo, mentre il fiume dei turisti del fine settimana comincia a fluire verso la stazione. Un fiume a cui purtroppo tra pochi minuti dovremo unirci anche noi.








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