mercoledì 1 febbraio 2012

Stessi borghi, stessi colli - 3. Appunti di paesologia

Torniella, 31/12/2011
Il paese è la dimensione ideale per un bambino.Sono cresciuto anch’io in un villaggio della campagna cremonese, un natio borgoselvaggio che pure mi ha procurato una forte dose di disagio ed insofferenza adolescenziale. Insomma, ho vissuto (e credo che continuerò a farlo) diviso tra campagna e città.
Ad ogni modo l’atmosfera del paese mi ha sempre affascinato, e sarà per i tanti villaggi che ho girato per lavoro oltre che pe r diletto, ma ormai mi considero anch’io un paesologo, proprio come lo scrittore Franco Arminio, di cui mi hanno appena regalato l’ultimo lavoro Terracarne.
I minimarket InCoop, i cacciatori seduti davanti ai bar per il caffè do po pranzo, le negozianti chiacchierone, gli uomini che si salutano chiassosamente per la strada, i circoli Arci sono elementi che non mancano mai nei paesi che attraversiamo in questi giorni e che incontriamo, anche se in veste meno rustica rispetto ai borghi visitati in precedenza, pure a Montalcino. D’altra parte si tratta di una cittadina, e pure piuttosto rinomata; non solo per il vino ma anche per i valori storico-monumentali. Camminiamo nella rocca della più occidentale tra le città storicamente controllate dai senesi, poi passeggiamo tra vicoli, case e chiese, fino a raggiungere Piazza del Popolo. Qui la catasta di legna pronta per il falò di San Silvestro ci ricorda che oggi è l’Ultimo dell’Anno, ed è ora di rientrare a Torniella.







Ci fermiamo a Paganico, dove ci fermiamo a giocare con un mini-pallone insieme ad un locale nel parcheggio dell’InCoop mentre aspettiamo Barbara che è entrata a fare spesa. Non vediamo granché del paese; per le vie del centro un black-out parziale ha oscurato diversi lampioni.

Rispetto all’anno scorso gli italiani spenderanno il 12% in meno per il cenone di San Silvestro, dice la radio, rinunciando soprattutto ai cibi esotici. Non tutto il male vien per nuocere. Anche il nostro menù è a km 0 o quasi, a partire dai ravioli maremmani della zia di Fausto, passando per il cibo che ci siamo portati da Cremona, per arrivare al vino toscano portato da Leonardo.
La serata procede; tempestiamo Leonardo di domande sul suo portale Indie Up, mentre Laura ed Emilio come di consueto organizzano i giochi. La mezzanotte ci coglie di sorpresa. E’ già tempo degli auguri. L’ultimo lo faccio a Sara prima di andare a dormire; per la nostra vita futura, che abbiamo scelto di vivere in un paese. Perché come diceva Cesare Pavese, un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. E per tornare, alle volte, come il protagonista del suo capolavoro La luna e i falò.

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