sabato 27 dicembre 2014

Luna di miele in Dodecaneso - 11. Ce l'ha detto Irini



Pigadia (Grecia), 26/8/2014

Ieri sera mi sono connesso in internet dopo una decina di giorni (questi viaggi servono anche a disintossicarsi dalla rete, da mailing list, social network eccetera). Ho avuto modo di leggere i consigli di Paolo e Sara, che sono stati da queste parti un paio di anni fa, e ne farò tesoro: in particolare ci sono state indicate un bel po’ di spiagge, alcune delle quali già visitate nei giorni scorsi. Prima però vogliamo immergerci nell’atmosfera tipica dei villaggi greci dell’entroterra. 

  Menetes, adagiato sul versante di una brulla montagna con le sue case dai meravigliosi colori pastello, è il luogo che fa al caso nostro. Entriamo nel museo locale dove ci accoglie un anziano signore, che lascia il posto all’energica figlia non appena questa fa la sua comparsa. Si chiama Irini. Ci spiega il significato delle decorazioni e degli attrezzi di lavoro esposti, che caratterizzavano la vita quotidiana sull’isola. Arriva anche una coppia di francesi e con loro visitiamo la seconda stanza. Sospesa tra la lingua greca, l’italiano, l’inglese e il francese, la visita si fa surreale, complici anche un paio di pallonate dei bambini che giocano a porta a porta nel campetto adiacente e che raggiungono l’interno della stanza. Irini ci conduce poi in un’abitazione tipica di Karpathos (la sua) situata poco lontano: ci sono ancora il soppalco di legno e gli ornamenti che si usavano un tempo. Ci spiega le usanze legate alle nozze e ci fa assaggiare il tradizionale pane locale, dalla caratteristica forma intrecciata, aromatizzato con sesamo, cannella e chiodi di garofano.
Terminata la visita facciamo una passeggiata per il paese, investito dalla musica di un live di qualche cantante tradizionale greco diffusa a tutto volume dalle casse del furgoncino di un ambulante che vende un po’ di tutto. La moglie e il bambino percorrono i vicoli del centro annunciando, qualora ce ne fosse bisogno, la loro presenza. Noi ci fermiamo invece a mangiare qualche fico offerto per strada da un anziano signore, prima di ripartire.



 
Ci rimettiamo in moto verso la costa ovest, tra rocce, uliveti e casette ad un piano, tutte col loro piccolo pergolato. Di Finiki si dice che sia il posto ideale per mangiare pesce, mentre la spiaggia non è certo la più bella dell’isola, ma il molo del porticciolo protegge dalla corrente la piccola baia sabbiosa. 

Il vicino paese di Arkasa è diviso in due da un piccolo dirupo che suppongo ospitare nel profondo, nei mesi invernali, le acque di un torrente proveniente dall’interno che sfociando nel mare nella vicina spiaggia. A proposito di spiagge, da Arkasa è comodamente raggiungibile quella di Agios Nikolaus, oltre il promontorio roccioso che ospita quel che resta dell’acropoli.




La sera restituiamo lo scooter e prendiamo a noleggio un’auto. Nell’attesa che sia pronta la nostra Panda ci fermiamo a parlare con la donna dell’agenzia. Il discorso, ancora una volta, cade sulla crisi economica che attanaglia il paese. Chiedo se è in atto un ritorno alle campagne e sulle isole. “Chi può ritorna”, mi risponde, “cavandosela col turismo, l’agricoltura di sussistenza, la rete familiare. Il problema è di chi ha acquistato  casa nelle grandi città e non riesce a rivendere per la svalutazione o non può far fronte al mutuo perché ha perso il lavoro”.

Per cena torniamo a Menetes a mangiare i makarounes, pasta tipica locale (ricordano i nostri cavatelli, gli strozzapreti o formati simili) che ci viene servita con formaggio di pecora e cipolle e che accompagniamo con vino rosso (anche a Karpathos c’è una buona produzione vinicola). Non potevamo lasciare l’isola senza averli provati. Ce l’ha detto Irini.

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