giovedì 25 dicembre 2014

Luna di miele in Dodecaneso - 9. Liscio e souvlaki



Pigadia (Grecia), 24/8/2014

Passiamo la prima parte della mattinata ad organizzare gli spostamenti dei prossimi giorni. Per prima cosa noleggiamo uno scooter. E’ dal precedente viaggio in Grecia, datato 2009, che non guido un motorino: il modo migliore per riprendere la mano sul mezzo non è certo la discesa per Kyra Panagia. Una volta arrivati, un bagno nelle acque azzurro chiaro è il modo migliore per sciogliere la tensione accumulata lungo i ripidi e stretti tornanti. Ci troviamo in una delle spiagge più celebri di Karpathos, la cui immagine è stata riprodotta in innumerevoli volantini e guide turistiche: la cupola rossa della chiesa di Agia Panagia in primo piano e la piccola caletta di sabbia racchiusa tra le rocce sullo sfondo campeggiano anche sul poster appeso alle pareti della nostra camera.
La strada verso Sopa procede tra curve e saliscendi in un paesaggio selvaggio: superato Arepi non c’è più alcun centro abitato per svariati chilometri, se si escludono le poche abitazioni di Melates. Qualche chilometro dopo Kyra Panagia un’altra strada scende verso la costa e ci conduce alla spiaggia di Apella, tra pini marittimi, oleandri e fichi. Apella è una baia più lunga e spaziosa rispetto a Kyra Panagia ma il colore della sabbia e dell’acqua sono gli stessi di stamattina: un’altra cartolina, insomma, una di quelle immagini che non si cancelleranno mai dalla nostra mente. Non rimane che scegliere se mangiare qualcosa sulla terrazza della taverna (non sarà la più caratteristica della Grecia ma la vista è impagabile), riposare all’ombra dei pini o fare un bel bagno. Oppure tutte e tre le cose.

Confermo l’idea che mi sono fatto cinque anni fa nelle Ionie: lo scooter è uno dei modi migliori per visitare le isole greche, specie quelle di medie dimensioni come Karpathos. Una volta presa la mano sul mezzo, ovviamente.
Rientrando facciamo sosta ad Aperi per cercare tra i vicoli e i giardini terrazzati pieni di alberi da frutto un’autentica atmosfera greca. Finora a Karpathos abbiamo trovato molta Italia, o meglio, molti italiani. Se è vero che l’estate nelle isole greche si trasforma spesso in un’esperienza cosmopolita, ognuna di esse si caratterizza per un turismo peculiare. Karpathos ha mantenuto un forte legame con gli italiani, che tra le varie isole del Dodecaneso l’hanno scelta come meta preferenziale per le proprie vacanze. Si contano soprattutto molti turisti settentrionali, probabilmente per la comodità dei voli diretti da aeroporti come quelli di Bergamo e Verona. Anche i negozianti ed i ristoratori, più ancora che a Rodi e Tilos, solitamente parlano almeno qualche parola di italiano.
 
Italia e Grecia si stringono la mano anche a cena: mangiamo souvlaki con un sottofondo di liscio proveniente dall’hotel dall’altra parte della strada. “Bravo! Bravissimo!” applaude la proprietaria del locale, che non ha invece digerito la serata di ieri a base di musica dance. Il nostro viaggio è anche questo, quasi volessero farci sentire un po’ a casa: musica da balera della Bassa Padana su un’isola dell’Egeo.

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