martedì 23 dicembre 2014

Luna di miele in Dodecaneso - 7. Grecia: il ritorno può attendere



Livadia (Grecia), 22/8/2014

Il mattino dopo la piazzetta di Livadia è tornata ad essere quella di sempre: gradevolmente animata ma tutto sommato tranquilla. Le vele delle barche che partecipano alla regata prendono il largo alla volta di Rodi, punteggiando il mare di macchie bianche. Quella di ieri è stata una serata di musiche popolari e danze tradizionali, catene umane di maschi e femmine, anziani e bambini, le braccia appoggiate sulla spalle dei vicini ed i piedi che si muovevano secondo una serie di piccoli passi poco comprensibili per un profano come me.

Sulla via principale di Livadia incontriamo una delle auto che riportano sulla portiera il logo di Natura 2000 e la scritta Tilos Park. Non ho ancora ben capito in cosa l’offerta turistica di Tilos si differenzi da quella delle isole vicine: al di là della sbandierata sostenibilità, quel che vedo, qui come a Rodi, è che la raccolta differenziata dei rifiuti non è ancora arrivata. Se questo mette in difficoltà due come noi, chissà che ne pensano i tanti turisti nordeuropei che frequentano l’isola (“all those people come from Norway”, ci hanno detto i vicini di casa riferendosi al gruppetto di appartamenti in cui ci troviamo: a quanto pare siamo circondati da norvegesi).

Prendiamo il sentiero che da Livadia conduce alla spiaggia di Lethras, un’ora di cammino che ci porta fino ad un centinaio di metri sul livello del mare per poi ridiscendere. Niente di pericoloso né di eccessivamente ripido, ma il percorso è completamente soleggiato. Veniamo ricompensati da una baia di ciottoli e retrostante zona pianeggiante dominata da muretti a secco, oleandri e… capre, che ci tengono compagnia con discrezione. Di fronte a noi, oltre gli scogli e gli isolotti, il profilo di Simy e quello della costa turca.

Rientrati a Livadia pranziamo con melitzanosalata ed omelette ascoltando i discorsi al tavolo accanto a noi. Italiani, greci e francesi, poco cambia: la crisi economica e l’immobilità della politica sono l’argomento principale. Non pensarci è impossibile: si tratta di una preoccupazione diffusa e palpabile di cui risentono i discorsi della gente. Anche se è il nostro viaggio di nozze e cerchiamo di essere il più spensierati possibile, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Ci consideriamo fortunati, perché due settimane piene di vacanza non le facevamo da molto tempo. Non ci lamentiamo se per la luna di miele abbiamo dovuto attendere le ferie d’agosto, perché per noi il congedo matrimoniale è qualcosa di sconosciuto. E ci va benissimo il Dodecaneso, alla faccia delle mete più esotiche: il lungomare di Livadia con le sue panchine, la lunga e stretta spiaggia e la fila di tamerici che garantisce l’ombra ci bastano eccome. Non chiediamo niente di più.
Bisogna dire peraltro che la crisi, anche in Grecia (così come in Italia), sta facendo rivalutare certe forme di sobrietà. Si tratta di una reazione ancora allo stato embrionale e dettata prevalentemente da ragioni economiche, ma che ha implicazioni e valenze importanti per la sostenibilità del nostro stile di vita (“for the planet”, ci ha detto il commesso di un negozio di Lindos qualche giorno fa, mentre compattava la frutta da noi acquistata in una sola busta di plastica per recuperare le altre).

In questi giorni non possiamo non pensare al nostro amico Alan Zamboni, che tra Tilos e le vicine isole di Nissyros, Simy e Patmos ha ambientato il suo libro Grecia, solo ritorno. E’ anche grazie alle sue bellissime pagine che ci troviamo da queste parti. Strada facendo abbiamo però cambiato, almeno in parte, i nostri piani. Domani ripartiremo per Karpathos. Il ritorno, invece, può attendere.

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