domenica 18 giugno 2017

Por las Ramblas de Barcelona - 1. Un sabato modernista

Barcellona (Spagna), 20/5/2016

Zone suburbane, campi coltivati, parcheggi, orti, viadotti, graffiti, aree industriali, i primi palazzoni residenziali. Eccoci di nuovo a terra dopo avere seguito in volo il profilo della Pianura Padana, delle Alpi, della costa di Provenza e Linguadoca, dei Pirenei, fino al litorale catalano. Dall'aeroporto di El Prat passando per Hospitalet de Llobregat fino alla fermata di Catalunya, dalla periferia di Barcellona al centro. Saltiamo la fermata del treno: già malediciamo la poca chiarezza delle cartine e passiamo dalla ferrovia urbana alla metro (che in realtà si rivelerà molto più agevole da utilizzare, ed infatti questa sarà la prima ed unica volta che ci perderemo). Catalunya, finalmente. Percorriamo un tratto della Rambla (la Rambla del Canaletes, per la precisione) e siamo già nel vivo dell'atmosfera di Barcellona. All'Eglésia de Betlem svoltiamo in Calle del Carmen.
Suji, che ci ospiterà per le prossime quattro notti, non si trova e sul campanello non compare il suo nome. Lo aspettiamo ai tavolini del bar sotto casa ed intanto pianifichiamo il pomeriggio. Oggi per Sara è giornata libera: il suo congresso inizia lunedì. Quanto a me... mi sono stancato di vederla girare il mondo e rimanere a casa ad aspettare, così quando mi ha detto che sarebbe venuta a Barcellona a fine maggio non me lo sono fatto ripetere due volte e ho deciso di fare l'accompagnatore.
Dopo avere sistemato i bagagli da Suji, un nero massiccio e barbuto ma dai modi cortesi, eccoci in Passeig de Gracia, la strada che collega Plaça Catalunya con Avinguda Diagonal attraversando il quartiere dell'Eixample. Su questa via si trovano alcuni dei più celebri palazzi modernisti come Casa Amatller, Casa Battlò e La Pedrera: la prima ad opera di Puig i Cadafalch, le altre di Gaudì. Quanto basta per decidere che il modernismo catalano mi piace. Ho dovuto vederle dal vivo per farmene un'idea: si tratta di un tipo di architettura che si potrebbe immaginare azzardato, quasi pacchiano, e che invece risulta essere particolarmente armonico ed estroso al tempo stesso, richiamando le forme naturali ed inserendosi bene tra le architetture preesistenti. E' strano come quel filone architettonico abbia dato frutti così diversi nelle varie nazioni europee, dal Liberty all'Art Nouveau, per arrivare appunto al Modernismo, più prettamente catalano che spagnolo (e spesso legato al nazionalismo indipendentista di questa regione all'estremità nord-orientale della Spagna).
Altri esempi di modernismo, come Casa de les Punxes, li troviamo avvicinandoci alla Sagrada Familia attraverso Carrer del Rossellò. Ma oggi è la giornata dedicata ad Antoni Gaudì e non possiamo mancare la visita all'opera su cui si è concentrato lo sforzo dei suoi ultimi anni di vita (e del secolo successivo, visto che la Sagrada Familia non è ancora terminata). Un cantiere infinito, quasi come la Salerno - Reggio Calabria, ma dai risultati ben più stupefacenti, infarciti di simbologie e proiettati verso l'alto fino a sfiorare il cielo.

Prendiamo la metro fino a Vallcarca, quartiere periferico dove il Tibidabo, che domina la città col suo santuario ed il parco di attrazioni, sembra già a due passi. La zona sembra comunque gradevole, ma non siamo qui per questo. Dobbiamo completare l'omaggio a Gaudì con Parc Güell, da cui peraltro si gode una splendida vista sulla città. Al confronto con la natura le architetture di Gaudì acquisiscono qualcosa di ancora più fiabesco. Peccato solo che ormai le parti più interessanti del parco siano visitabili solo a pagamento (effetto dell'industria turistica la cui presenza a Barcellona risulterà a tratti piuttosto evidente): la Sala Hipòstila, il Banc de Trencadìs, la Casa-Museu Gaudì. Si possono invece raggiungere liberamente la sommità del parco e i viadotti.
Se dalla fermata di Vallcarca alcune scale mobili consentono di superare i dislivelli più ripidi, la strada verso la fermata di Lesseps è in discesa. Rientriamo verso casa (scopriamo che sulla linea verde ci è comoda anche la fermata Liceu) giusto per darci una rinfrescata e cercare un posto per la cena.
Sara è già stata due volte a Barcellona e mi vuole portare in uno dei posti migliori per la paella (certificato anche da Alberto, un amico che vive qui anche se purtroppo è via proprio in questi giorni). Percorriamo tutta la Rambla fino alla statua di Cristoforo Colombo che guarda verso il mare. Percorriamo Passeig de Colom, un vialone con ampio passaggio ciclopedonale che costeggia il porto, e poi i portici di Passeig d'Isabel II. Il locale che cercavamo è esaurito, ma ci accontentiamo di un vicino bar della Ciutat Vella dove scopriamo la txistorra (un salume del nord della Spagna) e un ottimo vino rosso catalano, oltre alla rinomata crema catalana. Se questo è accontentarsi...

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