mercoledì 28 giugno 2017

Por las Ramblas de Barcelona - 4. Tapas italo-catalano-spagnole

Barcellona (Spagna), 23/5/2017
Seduto al centro di Plaça Reial osservo la città che si sta svegliando. Noi siamo in piedi da un po': Sara oggi tiene la sua conferenza ed è partita presto. Io mi godo questa piazza in tipico stile spagnolo: portici su tutti i lati, fontana al centro e palme intorno, molto suggestiva ed animata (in altri orari) dai vari locali che vi si affacciano. Faccio due passi fino a Palau Güell, altra opera di Gaudì, poi seguo un itinerario che mi conduce attraverso altre piazze della Ciutat Vella: Plaça George Orwell, Plaça de Sant Miquel e soprattutto Plaça de Sant Jaume, piuttosto vitale e caratterizzata dalle belle facciate dei palazzi del potere politico: il Palau de la Generalitat e l'Ajuntament. Da segnalare anche la piccola Plaça de Sant Just, con i tavolini dei ristoranti di fronte alla chiesa omonima.



Tra Carrer de la Tapineria e Carrer del Sotstinent Navarro invece è possibile vedere alcune porzioni di mura romane. Da Plaça dels Traginers mi dirigo verso la meta che ho in testa da stamattina: di nuovo Barceloneta. Percorro altre vie che mi conducono al mercato del quartiere, prima di raggiungere il lungomare. Passo di fronte ad una scultura di cui parla



anche la nostra amica Cristina Balma Tivola in un episodio del suo Andare altrove, poi scendo alla spiaggia. Anche questa sta lentamente riprendendo vita, ma quando arrivo io siamo ancora in pochi sulla sabbia: l'ideale per fare un altro bagno.

Starei qui a lungo, ma sarebbe sprecato venire a Barcellona solamente per restarsene in spiaggia. Prendo dunque la metro fino a Verdaguer e percorro altre strade dell'Eixample, trovandomi nel cuore della tipica e regolare struttura urbanistica della città. Voglio tornare a Gracia: lo faccio percorrendo Carrer Gran de Gracia e rimango stupito dalla quantità di edifici di stampo modernista, meno famosi di quelli visti nei giorni precedenti ma altrettanto stupefacenti. Il più celebre è Casa Vicens, la prima realizzata da Gaudì, ma il caso vuole che sia in fase di ristrutturazione. Mi rifaccio passeggiando di nuovo dal mercato a Plaça del Sol, da Plaça del Diamant a Plaça de la Virreina. Mangio una empanada e raggiungo la fermata di Joanic. Da qui la metro mi riporta a casa.



L'appuntamento con Barbara è di fronte alla scultura El Gat, nella Rambla del Raval: si tratta di un bel gattone dalle forme arrotondate tipiche dell'autore, Fernando Botero. Dovrei dire, per essere esatto, con Barbara e Zoi, la piccola figlia di tre anni. Barbara vive a Barcellona da circa sei anni e Zoi è nata qui. Le vediamo arrivare in sella alla loro bicicletta. "Ne ho viste molte, qui a Barcellona", faccio notare. Biciclette per turisti e per abitanti, oltre ad una rete ciclabile piuttosto diffusa. "La nuova amministrazione ci sta investendo parecchio", conferma. Mi piacerebbe approfondire l'esperienza di Ada Colau, la candidata sindaca di una lista composta da verdi, sinistra e Podemos eletta due anni fa, proveniente dai movimenti per il diritto alla casa. A proposito di casa, peraltro, anche a Barcellona si trovano parecchi senzatetto che dormono in giacigli improvvisati qua e là per il Raval e per il Barri Gotic.

Ma con Barbara abbiamo tante cose di cui parlare. E anche con Zoi, con cui è subito sintonia. Parlo con una bambina di tre anni utilizzando tre lingue diverse, di cui una a me sconosciuta. "In casa parliamo italiano, a scuola insegnano lo spagnolo, ma tra di loro i bambini parlano quasi tutti in catalano". Ci sediamo al bar del cortile dell'università di farmacia, così anche Sara fa un tuffo indietro nel tempo, e chiacchieriamo di fronte a vino, chorizo e chimichurri.





Salutate Barbara e Zoi, che se ne sono tornate alla loro casa nel Poble Sec, cerchiamo un posto per la cena. Finiamo quasi per caso in un ristorante che offre cibo locale proveniente da aziende agricole della zona, nel Born, a due passi dalla chiesa di Santa Maria del Mar. Sara ordina una zuppa, per me nachos sommersi da varie salse (riconosco la guacamole). In realtà il ristorante è parte di una piccola rete: ce n'è uno nel Barri Gotic e uno al Raval, a due passi da casa nostra. Ma a Barcellona si prende volentieri la scusa per fare una passeggiata e tornare alla Ribera.

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