domenica 18 febbraio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 12. Misteri di Dugi Otok

Božava (Croazia), 16/8/2017

A cosa servono quelle spianate di cemento nelle immediate vicinanze dei centri abitati di Dugi Otok, situate sui versanti delle colline? Crediamo di avere trovato risposta all'interrogativo che ci accompagna da qualche giorno: raccolta di acqua piovana. Alla base sembra infatti esserci un serbatoio. Ci allontaniamo soddisfatti da quello di Božava, situato poco dietro la chiesetta, e facciamo una passeggiata nei dintorni. Qualche giorno fa abbiamo percorso la strada che si tiene qualche centinaio di metri al largo del villaggio, tra uliveti, muretti a secco, recinti per le pecore ed un improbabile campo da calcio abbandonato. Oggi ci dirigiamo invece verso il faro. Proseguendo lungo la costa, dice la mappa turistica del porto di Božava, si trova il tunnel marittimo. Di cosa si tratta? Altro mistero che risolveremo nel pomeriggio, in maniera inaspettata.
Torniamo infatti in paese, lo attraversiamo e superiamo il complesso dei quattro hotel e residence situati sul versante settentrionale della baia, grosse strutture ben nascoste tra i pini marittimi. Il sentiero ombreggiato prosegue lungo la costa, in un susseguirsi di piccole calette. La prima è discretamente frequentata ed è dotata di un piccolo campo sportivo cementato polifunzionale. Man mano che si procede si incontrano sempre meno persone: qualche camminatore come noi, a cui si uniscono i bagnanti che si tuffano da qualche barca ormeggiata nelle vicinanze.

E' così che raggiungiamo un secondo tunnel marino: cerco qualche notizia e scopro trattarsi di strutture un tempo destinate ai sommergibili dell'ex-Jugoslavia, ed oggi fruite occasionalmente da qualche navigante curioso. Il tunnel a pelo d'acqua si inoltra nella collina per svariate decine di metri e da fuori quell'oscurità ci inquieta un poco, complici anche la presenza di un paio di strutture in disuso nelle vicinanze, l'erba alta e l'aspetto decadente di questa baia.
Una decadenza di altro tipo la troviamo salendo al villaggio di Dragovije: a parte qualche casa affittata ai turisti tutto sembra abbandonato. Case diroccate, bar chiusi da decenni, una struttura che ospitava probabilmente il municipio. Mi metto a giocare a bocce da solo nel campo che nessuno usa più da tempo immemorabile, poi prendiamo un secondo sentiero che tagliando per l'interno, tra alte stoppie e qualche incertezza nell'interpretazione dei segnali, ci porta dapprima alla chiesa di Santa Marta e poi di nuovo sulla costa. Se volete imitarci portate con voi gli scarponi.
La sera ci aspetta il conforto delle cose ormai note: i tantissimi gatti che si rincorrono tra i vicoli e quelli piazzati sotto i tavoli dei ristoranti del porto che aspettano la loro parte. Per noi una plješkavica, e temo che non ne rimarrà nulla per i nostri amici felini.

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