lunedì 26 ottobre 2009

Per le isole Ionie seguendo solo una traccia - 4. Una gita romantica

Kavos, 19/08/09
Oggi ci aspetta una gita romantica in traghetto a Paxi e Antipaxi. Insomma, siamo o non siamo una coppietta in vacanza in Grecia? Allora concediamoci questo sfizio. Abbiamo valutato che a Paxi (o Paxos) ci sono pochi centri abitati e i prezzi sono decisamente più elevati di quelli di Corfù. La scelta è stata quindi quella di affidarsi ad una gita organizzata che ci consentirà anche una veloce visita ad Antipaxi. I famosi due piccioni con una fava.
Partiamo da Kavos e in poco p
iù di un’ora arriviamo a Paxi. Navighiamo al largo della costa occidentale, caratterizzata da rocce a strapiombo sul mare e da grotte a pelo d’acqua. La leggenda vuole che in una di queste Poseidone abbia nascosto la sua amante. Suggestivo, ma devo ammettere che personalmente subisco maggiormente il fascino della storia rispetto a quello della mitologia; luoghi legati a nomi, cognomi ed eventi certi mi emozionano maggiormente. Ma il confine tra le due cose spesso è poco definito; forse è proprio allora, quando gli eventi storici sono contornati da un alone di mistero, che le emozioni sono ancora più forti.
Capisco perché l’isola è una delle mete preferite dai diportisti inglesi e soprattutto italiani. Il modo migliore per girarla è proprio in barca a vela, anche se di tanto in tanto si vedono alcune strade sterrate che dall’interno scendono verso il mare. “E’ ‘cchiu bbella ‘a Calabbria”, sento commentare al mio fianco; in barca con noi c’è un nutrito gruppo
di calabresi, ai quali prometto che prima o poi visiterò pure la loro terra. Dopo la Grecia, verrà pure il tempo della Magna Grecia.

Le acque di Antipaxi sono davvero limpide e cristalline come le descrivono le riviste di viaggi. Ma proprio mentre me ne sto rilassato in mezzo al mare a godermi il primo bagno della giornata sento in lontananza uno straniero scherzare con un italiano: “Berlusconi! Berlusconi!”. Il salto dalla mitologia all’orrenda realtà è brusco. Per tre giorni non avevo più sentito nominare quel losco individuo, riuscendo quasi a scordarmi della sua esistenza. Per scelta quando sono in vacanza evito di comprare i quotidiani, limitandomi ad apprendere le notizie tramite il passaparola, con un’occhiata furtiva alla TV in qualche bar o dalle prime pagine dei giornali davanti alle edicole. Probabilmente in Italia in questo momento stanno entrando in vigore le classiche leggi estive, quelle che i governi devono far passare quando la gente è in ferie così riescono a passare sotto silenzio.
Chiudo gli occhi e cerco di
ristabilire l’armonia tra me e tutto quanto mi sta intorno. Per due settimane guarderò al massimo le prime pagine dei giornali greci, dove non capisco nulla e riesco a malapena a riconoscere nelle foto le maglie del Panathinaikos o dell’Olympiakos.
Prima del rientro facciamo tappa a Gaios, il principale porto di Paxi: un paesino davvero delizioso, dove la
quiete è rotta soltanto dall’arrivo dei chiassosi diportisti italiani, che sbarcano schiamazzando sul lungomare. Si ritorna poi a Corfù, con l’altoparlante del traghetto che trasmette a ripetizione gli stessi brani: si comincia con un pezzo di Alkistis Protopsalti, che in questi tre giorni ha già vinto il titolo di tormentone dell’estate greca 2009, per poi passare alla danza di Zorba di Mikis Theodorakis. Al quarto ascolto rischio di addormentarmi nonostante il ritmo crescente del sirtaki; non voglio mancare di rispetto al più famoso compositore greco, ma anche le cose belle vanno prese con moderazione. L’unica emozione del viaggio di ritorno è un incontro ravvicinato con un delfino, di cui vediamo distintamente il dorso grigio e lucido sfrecciare a pochi metri da noi.

Un bagno nel tardo pomeriggio ed una passeggiata tra gli uliveti dell’interno sono le ultime attività che ci tengono impegnati a Kavos. Stasera ci rinchiuderemo in casa in una sorta di coprifuoco al contrario, che ci siamo auto-imposti e che vale solo per noi. Ci è bastato l’attraversamento del centro ieri sera in motorino per vedere scene a metà strada tra i gironi infernali danteschi ed il Paese dei Balocchi di Collodi. Un vortice luminoso e sfavillante di maxischermi e insegne di locali tale da far passare inosservata la presenza di un McDonald; procacciatori di clienti per ristoranti e discoteche che non danno tregua; urla, versi disumani e musiche a tutto volume che rimbalzano da un lato all’altro della strada; ragazze collassate sul marciapiedi, ragazzi che attraversano la strada strisciando; femmine sovrappeso in bikini, maschi il cui massimo dell’eleganza è la maglietta dell’Aston Villa. Kavos by night. Penso a quelle vecchiette che abitano qui e che ogni tanto si vedono passare per strada: mi sembrano come quelle vecchie case diroccate rimaste in piedi quasi per miracolo in mezzo a quartieri di periferia dominati da palazzoni in calcestruzzo.
Domani mattina lasceremo Kavos.

Nessun commento:

Posta un commento