venerdì 30 ottobre 2009

Per le isole Ionie seguendo solo una traccia - 5. Corfù Town

Kerkyra, 20/08/09
Dai finestrini dell’autobus lanciamo un ultimo sguardo al paesaggio dell’entroterra di Corfù. Abbiamo deciso di lasciare l’isola con la nave delle 22:45. Trascorreremo la prossima notte sul ponte ed arriveremo a Patrasso alle sei di mattina. Rinunciamo all’idea di visitare la parte centro-settentrionale dell’isola per spostarci verso Cefalonia e Itaca, di cui ci hanno parlato bene. Riserveremo eventualmente qualche giorno alla fine del viaggio per Zacinto o Lefkada.
Di Corfù conserveremo l’immagine di posti stupendi,
naturalmente in quelle zone in cui l’isola non è stata trasformata in una specie di lido di Londra. Ma è il momento delle scelte; e le scelte, inevitabilmente, comportano delle rinunce. D’altra parte fin dall’inizio abbiamo selezionato le nostre mete andando per esclusione. Ad esempio, una delle isole greche che avrei voluto vedere è Idra, di cui mi avevano parlato i miei genitori; un’isola totalmente priva di mezzi a motore sulla quale il principale mezzo di trasporto sono gli asini. Così descritta sembrerebbe una specie di paradiso terrestre! Anche i racconti che l’amico Alberto mi ha fatto di Folegandros mi avevano invogliato, ma va detto che si era a tarda notte alla Festa della Birra del vicino paese di Fengo; forse non è stata solo la sua abilità descrittiva a suggestionarmi.

Scendiamo dall’autobus con la radio che trasmette “Funky town”, che subito nella mia testa diventa “Corfù Town”; così la nostra carta chiama Kerkyra, la capitale di Corfù nella quale passeremo la nostra giornata in attesa della nave. Capiamo subito che valeva la pena dedicarci una giornata; Kerkyra è una splendida cittadina veneziana che si estende su un promontorio dominato da due imponenti fortezze. La fortezza vecchia è costituita da una serie di cunicoli labirintici che si sviluppano tra le alte mura che circondano l’altura sovrastante la parte settentrionale della città. Il Neo Frourio (la fortezza nuova) è separata dalla città vecchia da un canale e si eleva sull’estremità orientale. Comprende la cappella di San Giorgio, le prigioni veneziane, il Dipartimento Musicale dell’Università dello Ionio, un ristorante e numerosi altri edifici; è possibile salire sino al faro. Da entrambe le fortezze si ammira un panorama stupendo. Proprio nell’incantevole scenario del Neo Frourio si è esibito pochi giorni fa Goran Bregovic’, in tour in Grecia in questo periodo. E’ disponibile anche un biglietto cumulativo che comprende, oltre alla visita delle due fortezze, l’ingresso al Museo dell’Arte Orientale; bisogna però acquistarlo alla fortezza nuova, perché in quella vecchia non è disponibile (noi l’abbiamo scoperto troppo tardi).
La fortezza nuova domina la Spianata, un ampio parco affiancato dal campo da cricket (eredità del periodo colonialista inglese) sul quale un cingalese di mezza età sta insegnando il gioco ad un gruppo di ragazzini, mentre poco distante una famiglia francese si riposa sul prato; una scena difficilmente immaginabile in una qualsiasi città italiana con un sindaco leghista. Di fianco al campo da cricket c’è il Liston, un viale accompagnato da ampi portici da un lato e dai tavolini dei bar dall’altro. Ironizziamo sul nome, che è lo stesso con cui gli abitanti di Casalmaggiore familiarmente chiamano la piazza centrale della città; effettivamente i due luoghi svolgono la stessa funzione di cornice della passeggiata serale (la cosiddetta “vasca” o “struscio”).
La città vecchia di Corfù è un affascinante dedalo di viuzze in cui si trovano numerose botteghe e negozi e nelle quali si respira un’aria di quieta confusione difficile da descrivere, ma è anche possibile scoprire angoli in cui reg
na il silenzio. Qui sembra inevitabile perdersi. D’altra parte mi sto rendendo conto che perdersi è forse il modo migliore per visitare la Grecia.
Prima di lasciare Kerkyra riesco ancora a fare un po’ di cose: acquistare un portamonete a forma di melanzana che viene immediatamente battezzato Moussaka; aiutare dei bambini greci a recuperare il pallone incastrato sotto la volta di un porticato, puntando a conquistare il ruolo di eroe nazionale (ieri ho aiutato due ragazze inglesi spingendo il loro pedalò che si era insabbiato); mangiare una tyropita all’ombra di una bouganville; bere una Mythos (Ellenic lager beer) sul lungomare; comprare un album di Kristi Stasinopoulou.
Stasinopoulou è una musicista di cui parla la Lonely Plan
et, associandola alla scena folk-jazz greca. Il proprietario del negozio di dischi ha invece definito la sua musica “una specie di soft rock”. Comunque sia, finchè non sarò rientrato, non avrò modo di ascoltarmi il CD. Sarà stato un buon acquisto? La risposta tra una decina di giorni.Per la risposta non c’è fretta. La Grecia ci sta insegnando che bisogna saper aspettare.

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