lunedì 3 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 1. Endless Christmas

Torniella, 29/12/2010


San Sigismondo, ore 9:30 circa. La città è avvolta da una nebbia che inghiotte le strade, le case e i palazzi coi loro addobbi natalizi ed i Babbi Natale che si arrampicano sui balconi. Tutto è pronto per la partenza. Formazione: Laura alla guida; Emilio copilota; io, Sara e Stefano (che ha sciolto le ultime riserve ed ha deciso di unirsi a noi) sui sedili posteriori. Ci aspetta una trasferta di gruppo per trascorrere in compagnia l’Ultimo dell’Anno. A Torniella, frazione di Roccastrada (caratteristico borgo situato tra Grosseto e Siena) ci attendono l’amico artista Fausto e la sua ragazza Barbara (la figlia del mitico Rosario, incontrato qualche mese fa in un autogrill della Lunigiana).
Ci fermiamo vicino a Modena per un caffè e passo
alla guida. Superiamo senza problemi Rioveggio-Pian del Voglio-Roncobilaccio-Barberino del Mugello, dove una settimana fa una giornata di neve, ampiamente prevista per quanto abbondante, ha praticamente diviso in due l’Italia, costringendo gli automobilisti a passare la notte in autostrada.
Facciamo tappa a Volterra e passeggiamo per ore tra le mura della città etrusca, visitando la chiesa di San Lino, la suggestiva Piazza dei Priori, l’area del Teatro Romano. Emilio, in qualità di responsabile della bottega equosolidale di Cremona, studia l’allestimento di tutte le vetrine del centro storico (principalmente rivendite di prodotti tipici toscani e negozi di prodotti in alabastro). In un caffè un pianista di pianobar suona “Last Christmas” ed altri pezzi degli anni ’80 solo per noi. Usciamo e proseguiamo la passeggiata fino alla Fortezza Medicea, non visitabile in quanto tuttora adibita a carcere. Passi la galera, ma il Museo della Tortura è troppo e noi, ancora intrisi di clima natalizio, decidiamo di non entrare; anche perché si sta facendo tardi.
Raggiungiamo Torniella dopo un’altra oretta buona di auto, durante la quale incontriamo pure una volpe che subito si dilegua nell’oscurità del bosco, facendoci quasi sentire come cinque piccoli principi. Compriamo del pane toscano perché “l’è bbono, lo faccio io col forno a legna e me lo mangio e so’ arrivato fino a ottant’anni”, come ci assicura il fornaio. Prendiamo un aperitivo al circolo Arci del paese (nella Toscana di tradizione rossa i circoli Arci sono particolarmente radicati sul territorio), davanti al quale sta perennemente un gruppo di cacciatori in mimetica a chiacchierare. Poco dopo ci raggiungono Fausto e Barbara.
La zia di Fausto ci ha preparato del ragù di cinghiale, lo zio ci ha regalato uno dei suoi prosciutti di capriolo e una forma del pecorino prodotto dal suo amico pastore Isidoro, Fausto ha comprato in forneria i ricciarelli (biscotti alle mandorle tipici della zona) e Barbara ha preparato un’ottima torta. Dopo cena non riusciamo più ad alzarci da tavola, anche perché Laura ed Emilio hanno portato uno stock di giochi in scatola; e ci sembra che il tour di pranzi e cene natalizie non avrà mai fine…

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