sabato 15 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 5. Un bacione a Firenze

Settignano, 2/1/2011

Piazzale Michelangelo è come di consueto gremito di turisti provenienti da ogni parte del mondo, intenti ad ammirare uno degli skyline più famosi d’Italia. La Cupola del Duomo, il Campanile di Giotto, Palazzo Vecchio sono così vicini che sembra quasi di poterli toccare. Noi tiriamo diritto, quasi irrispettosi nei confronti di uno dei più celebrati centri storici del mondo. I valori artistici di Firenze sono indiscutibili, anche se non è tra le mie città preferite. La prima immagine che mi viene in mente è il fiume di turisti che da Santa Maria Novella arriva fino a Ponte Vecchio; tra i giapponesi con le loro macchine fotografiche, gli americani in camicia a fiori, gli inglesi che dicono cheese, è difficile sentir parlare in fiorentino. Impressione differente mi lasciano città come Roma e Venezia, pure meta del turismo internazionale; forse in questi ultimi due casi i turisti si disperdono maggiormente per le strade del centro storico, ed è possibile scovare angoli più autentici di vita cittadina.

A Settignano, elegante frazione situata sulle colline intorno a Firenze, ci attende un’amica cremonese trasferitasi nel capoluogo toscano quasi dieci anni fa per studiare all’Università e rimasta a vivere qui, in un vecchio casale in mezzo agli uliveti insieme ad un’ex compagna di studi.
Siamo stati invitati ad un pranzo di inizio anno con i loro amici. Sembra quasi un convegno di antropologi: se ne contano ben tre – oltre al nostro Emilio – allo stesso tavolo! Sullo sfondo dalle finestre vediamo Firenze adagiata in mezzo ai colli; tappa di passaggio per noi viaggiatori, panorama consueto per i nostri commensali che abitano nei dintorni, approdo per coloro che vi sono arrivati seguendo il loro personale percorso. Chi come noi è cresciuto nella Bassa Padana, chi si è trasferito qui dalla Puglia per studiare Belle Arti e si è fermato dopo essersi fidanzato, chi ha lasciato il Burkina Faso e ora ha una famiglia e lavora in una ditta che produce componenti per i treni.
Dopo il pranzo sfida a Taboo tra cremonesi e fiorentini. Espugniamo Firenze e possiamo tornare a casa soddisfatti, più che per la vittoria, per la piacevole giornata. Ci portiamo a casa un po’ dell’olio prodotto dai padroni di casa, che abbiamo potuto gustare alla toscana, ovvero sul pane abbrustolito accompagnata dal cavolo nero. Peccato non potersi portare a casa anche una bottiglia del vinsanto bevuto a pranzo.
Salutiamo e saliamo in macchina, riprendendo la via del rientro. Sul pianale dell’auto davanti a noi un cinghiale di peluche sembra volerci salutare a nome della Toscana intera. Le volpi continuano a scorrazzare nei boschi della Maremma, un po’ le invidiamo, mentre cerchiamo di districarci nel traffico fiorentino. Del puma più nessuna notizia. Noi mandiamo un bacione a Firenze e poi via verso casa.

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