martedì 13 settembre 2011

Tra Quarnaro ed Istria via terra e via mare - 4. Fauna di Krk

Krk, 21/8/2011

Camminando per le vie di Krk è possibile incontrare le tracce che le varie civiltà hanno lasciato nella città; dalle incisioni in caratteri glagolitici alle architetture romaniche e veneziane, per arrivare – come già è stato detto – all'epoca contemporanea.

Sul castello dei Frankopan è ben visibile il leone di San Marco; il simbolo della famiglia che resse l'isola per lungo tempo invece rappresenta due leoni che spezzano il pane (l'espressione latina frangere panem è all'origine del nome). L'attuale simbolo della città di Krk è però una civetta, che campeggia anche qui, sotto il castello, dove una signora di mezza età vestita di bianco sta singhiozzando sommessamente, consolata da un amico seduto al suo fianco.

La cattedrale è collegata alla chiesa di San Quirino e al campanile mediante un passaggio costruito sopra un vicolo aperto al passaggio pubblico; è domenica e camminando davanti all'ingresso assistiamo ad una suggestiva messa cantata.


Il gatto di Piazza Grande è sempre lì, disteso al solito posto. E' la terza volta che passiamo di qui, negli orari più svariati, e lui non si è mosso di un millimetro. Ma qualcosa sta per accadere: eccolo che si alza lentamente, percorre un metro, raggiunge l'ombra e torna a sdraiarsi nella stessa posizione di prima. A pochi metri di distanza un anziano signore in costume tradizionale mostra ai turisti il suo asino. Variegata fauna di Krk.

Il caldo si è fatto intollerabile. Torniamo al campeggio, prendiamo l'auto ed andiamo a Malinska, una decina di chilometri più a nord, a farci un bagno. Dal mare la vista spazia tra l'isola di Cres, l'Istria e Fiume, mentre alle nostre spalle un provvidenziale parchetto nasconde alla vista un ecomostro in stato di abbandono, probabilmente un vecchio hotel.

Su uno sperone in mezzo ai boschi dell'interno sorge l'abitato di Dobrinj, uno dei più antichi insediamenti dell'isola ed un importante centro per quanto riguarda la conservazione della cultura di Krk, dalla musica alle danze tradizionali (vi si organizzano anche corsi di scrittura glagolitica). Noi arriviamo all'ora di pranzo, nell'intenso odore dei fichi, mentre un anziano signore a torso nudo scende dalla sua Zastava 101 lasciando i finestrini aperti (dall'età del mezzo escluderei che ci fosse in dotazione l'aria condizionata). Camminiamo su e giù per i vicoli di Dobrinj; il villaggio è affascinante e la vista da quassù particolarmente suggestiva. Ci fermiamo a mangiare raznići sul terrazzo di una deliziosa konoba con vista sulla bella piazza principale.

Abbiamo mangiato più del previsto ed è troppo presto per fare il bagno; per sfuggire al caldo torrido ci dirigiamo verso la costa orientale, a Rudine. Qui si trova la grotta di Biserujka, piccola ma suggestiva (e soprattutto fresca; la temperatura si aggira intorno ai 13 gradi, nonostante l'ingresso si trovi a soli 12 metri di profondità).

A pochi chilometri dalla grotta si trova Soline. Qui, in prossimità della spiaggia, notiamo dei piccoli stagni di fanghi argillosi. I bagnanti escono dalle pozze tutti neri, lasciano seccare un po' l'argilla e poi entrano in mare per ripulirsi. Ci sottoponiamo pure noi al trattamento che forse ci tonifica ma certo non ci rinfresca (siamo in fondo ad una stretta insenatura e l'acqua è piuttosto calda). Rientrando ci fermiamo poco più a sud, a Šilo, per un ultimo bagno.

Il promontorio spoglio e roccioso alla nostra destra è in singolare contrasto con i retrostanti boschi della terraferma e col regolare andamento delle pareti rocciose del massiccio del Velebit. Alla nostra sinistra invece il tramonto gioca coi colori, donando mille sfumature all'isola, agli scogli e alla terraferma, colori attraverso i quali si intravede il ponte che ci ha portati qui, sull'isola di Krk.

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