venerdì 25 marzo 2011

Messaggi ricevuti c/o Valfabbrica - 4. Spunti per il prossimo viaggio

Gubbio, 13/3/2011

Un saluto al gestore dell’agriturismo e a Trementilla, alla sorella Milù e a mamma Bianca, ed è già tempo di partire. Ma c’è ancora modo di godersi l’ultima giornata, allungando un po’ la strada e facendo qualche tappa intermedia. A cominciare da Gualdo Tadino, città della ceramica, che raggiungiamo percorrendo la strada che attraversa i boschi umbri diretta verso le vette ancora innevate degli Appennini Tadinati.
La periferia di Gualdo è piuttosto moderna, ma anche il centro stori
co, pur essendo caratterizzato da motivi di interesse, presenta diversi edifici incoerenti e fuori luogo. Peraltro sono numerose, per le vie del centro, le impalcature dovute ai lavori di ristrutturazione a seguito del terremoto che ha colpito la zona nella seconda metà degli anni novanta.

A una trentina di chilometri da Gualdo si trova Gubbio, dove entrambi siamo già stati; proprio per questo ci è venuta voglia di tornare a fare due passi tra i chiari vicoli ed i palazzi in pietra. Sono stato qui l’ultima volta quattro anni fa in occasione di Altrocioccolato, la festa del cioccolato equo-solidale in ideale contrapposizione con Euro Chocolate (la kermesse che si tiene ogni anno a Perugia, organizzata dalla Perugina, marchio ormai da diversi anni nell’orbita della discussa multinazionale Nestlè); purtroppo in comune con quella giornata c’è anche la pioggia, che ha cominciato a scendere sulla cittadina umbra.
Fermiamo l’auto in uno dei parcheggi più panoramici d’Italia, quello di Piazza dei Quaranta Martiri, tra la chiesa di San Francesco e la loggia dei Tiratori. Il biglietto da visita di Gubbio è la vista sul Palazzo dei Consoli, appollaiato in cima alla città. Saliamo per Via della Repubblica, notando alle porte di al
berghi e ristoranti i manifesti di protesta contro la tassa di soggiorno. La nuova imposta è invisa ad albergatori e ristoratori, che si vedrebbero costretti ad alzare i prezzi senza un effettivo guadagno.
Entriamo in un ristorante piuttosto pretenzioso, anche se dobbiamo riconoscere che gli affettati di Norcia col brustengo (tipico pane fritto eugubino) e gli strangozzi all’amatriciana con pecorino locale sono molto buoni.

Piazza Grande è una meravigliosa balconata dal caratteristico pavimento rosso sorretta da impressionanti arcate. “Ecco cos’era questa sensazione di dejà-vu: Don Matteo!”. Potere della televisione. Una delle più belle piazze d’Italia riconosciuta in quanto location delle indagini del prete-detective impersonato da Terence Hill, già idolo di tante scazzottate ai tempi della mia infanzia.
Un messaggio ricevuto. Sara. A Barcellona è tornato il sole e ne ha approfittato per fare qualche ora da turista prima di prendere l’aereo che la riporterà in Italia.
Saliamo fino al Palazzo Ducale e al Duomo, che meritano la fatica dell’ultima salita. Purtroppo però la pioggia si fa più fitta e capiamo che anche per noi si è fatta l’ora di tornare.
Spero che la Mamma sia rimasta soddisfatta del regalo che le abbiamo fatto. D
evo ammettere però che anch’io mi sono fatto un piccolo regalo. Sul taccuino degli appunti che mi ero preso prima della partenza alcuni nomi sono stati depennati. Altri sono rimasti lì, e diventeranno spunti per il prossimo viaggio.

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