martedì 1 novembre 2011

Tra Quarnaro ed Istria via terra e via mare - 11. Triathlon balcanico

Lussinpiccolo, 28/8/2011

La quiete dei vicoli interni di Lussinpiccolo è decisamente in contrasto con la vita del lungomare. Saliamo fino alla chiesa di Sv. Marija e alle rovine del castello (non visitabili), poi torniamo sul lungomare per noleggiare due biciclette. Anche intorno a Mali Lošinj ci sono parecchi itinerari ciclopedonali; seguiamo uno di questi ed arriviamo sulla penisola di Čikat, a sud della città. Qui verso fine ‘800 il botanico lussignano Ambroz Haračić piantumò un fitto bosco, che oggi ci offre riparo dal sole (anche se la giornata è ventilata ed il caldo è più accettabile rispetto ai giorni scorsi). La penisola offre numerose calette in cui fermarsi a nuotare; dopo la camminata di stamattina e la pedalata di poc’anzi, ecco completato il nostro triathlon balcanico.

Digressione sul burek (che poi sarebbe il mio pranzo di oggi). Si tratta di una pasta sfoglia ripiena di carne macinata e cipolle, oppure di formaggio o di spinaci, diffusa con differenti denominazioni (pita, lakror) un po’ in tutti i Balcani. Il cantante bosniaco Dino Merlin gli ha pure dedicato una canzone, rendendolo il simbolo della multiculturalità balcanica. Una multiculturalità che nemmeno la guerra è riuscita a eliminare completamente.

Attraversiamo la penisola di Čikat e percorriamo la strada che funge da circonvallazione di Mali Lošinj, tornando sulla costa orientale dell’isola. Da qui è possibile percorrere un altro itinerario ciclopedonale che, tra agavi e mirto, in un susseguirsi di pittoresche calette che chiamano bagni in continuazione, collega Mali Lošinj con Veli Lošinj, ovvero Lussinpiccolo con Lussingrande. Che, per complicare ulteriormente le cose, è in realtà più piccolo di Lussinpiccolo, così chiamato in iniziale contrapposizione con Lussingrande, che sorse antecedentemente. Così come Mali Lošinj, anche Veli Lošinj sorge in fondo ad una profonda insenatura, ma molto più piccola rispetto alla città principale dell’isola. Tutto qui è più raccolto, e l’atmosfera da villaggio, contrapposta a quella di una cittadina come Lussinpiccolo, ci affascina maggiormente, tanto che decidiamo di tornare per la cena.

L’agnello, specialità delle isole di Cherso e Lussino, è terminato; ripieghiamo su un classico maialino allo spiedo, accompagnato dal buon rosso della casa. Arrivati al termine della cena abbiamo proprio bisogno di una grappa al miele, un’altra delle specialità che si trovano frequentemente in vendita sui banchetti e tra gli scaffali dei negozi.

La serata a Lussingrande è ventosa, ed il mare, che si insinua nel cuore del centro lussignano, è agitato e scoraggia i turisti a sedersi ai tavolini esterni dei locali più prossimi all’acqua. Le onde si infrangono sugli scogli sotto la konoba e la slastičarnica dall’altra parte della baia, a poche decine di metri da noi. Rimangono le sedie vuote nel buio, come un salotto notturno dopo che gli ospiti se ne sono andati ed i padroni di casa hanno spento la luce e sono andati a dormire. E’ il mese di agosto ormai agli sgoccioli.

Oltre il mare, che stasera è un’agitata distesa nera, luci allineate all’orizzonte, radunate in piccoli gruppetti. Le località della terraferma. E poi, altre luci sparse. Cres, Pag, Rab… Più su, la notte stellata.

Le stelle, forse, non le avremo mai. Ma le luci all’orizzonte, quelle sono decisamente più raggiungibili. E già ci stanno chiamando.

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