lunedì 24 agosto 2015

Primo Maggio piemontese - 1. Il viaggio riabilita l'uomo



Cavagnolo (TO), 1/5/2015

Primo Maggio su coraggio, cantava UmbertoTozzi: dimentichiamo le varie traversie e ci mettiamo in viaggio con la benedizione di Stefano, nostro sindacalista di fiducia nonché autista per l’occasione.
A Racconigi, dopo avere costeggiato per più di un chilometro il muro di cinta del castello che fu residenza dei Savoia, incontriamo Laura e Gianluca, che ci ospiterà in questi tre giorni che trascorreremo in Piemonte. Due passi per la bella cittadina tra piazzette e portici, un panino, un gelato e poi visita al Castello. Peccato solo che non tutti i locali siano visitabili (essendo il Primo Maggio il personale è ridotto), così come buona parte dell’immenso parco. Proviamo con ostentata indifferenza a superare i cartelli di divieto d’accesso ma in poco tempo ci raggiunge una gentile signora in bicicletta e ci invita a ritornare sul percorso prestabilito.
Ci spostiamo allora di una ventina di chilometri per raggiungere la “capitale” del Roero, cioè Bra. Superate alcune brutture periferiche (e non solo) ci addentriamo nel centro storico. Proviamo anche a raggiungere la Zizzola, una chiesa segnalata un po’ ovunque che sorge su un colle che domina Bra. Scopriamo solo una volta in cima che la chiesa non è vistabile. Ce lo dice la signora che abita di fianco: “arrivano fin quassù anche i turisti stranieri, e mi tocca ripetere sempre la stessa cosa”. Facciamo buon viso a cattivo gioco e le chiediamo consigli sul posto ideale per prendere un aperitivo e farsi una buona cena.
Siamo nella città dello Slow Food, e l’aspetto enogastronomico è importante. Iniziamo con un aperitivo d’obbligo, a base di Roero Arneis, per poi cenare con tagliatelle alla salsiccia di Bra (formato di pasta che qui è più stretto rispetto a come lo intendiamo noi) e brasato al Barolo.
Se il lavoro debilita l’uomo, come cantavano i cuneesi Marlene Kuntz, il viaggio lo riabilita, non c’è che dire. E anche una bella cena.

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