lunedì 31 agosto 2015

In Toscana tra torri e campanili - 2. Da Livorno a Cuba



Castell’Anselmo (LI), 24/5/2015

Stamattina la colazione è accompagnata da una colonna sonora jazz: la famiglia che ci ospita è composta da musicisti, jazzisti per la precisione. D’altra parte la stessa città di Livorno ha dato molto alla musica, a partire da Pietro Mascagni, cui è dedicata l’omonima Terrazza (uno del luoghi più celebri del lungomare labronico), passando appunto per la scena jazz, per arrivare al cantautore Piero Ciampi, a Nada e a Bobo Rondelli, già vocalist degli Ottavo Padiglione. Rondelli e Ciampi sono cresciuti nel quartiere Pontino, dove ci siamo fermati a cena ieri sera: scommetterei anche che sono entrati più volte in quell’osteria che racchiudeva dentro di sé un po’ tutta Livorno. Piero Ciampi ha anche dedicato diverse canzoni alla propria città natale.
Ed è di nuovo la città di Livorno che attraversiamo in mattinata. Ne rivediamo alcuni degli edifici più significativi: il Cisternone (serbatoio monumentale funzionante ancora oggi), lo stabilimento termale delle Acque della Salute (di fianco alla stazione ferroviaria, un bellissimo edificio purtroppo in condizioni fatiscenti), la Fortezza Vecchia e quella Nuova (tra le quali si sviluppa il quartiere Venezia). Raggiungiamo Ardenza, frazione situata a meridione della città, lungo il mare, caratterizzata da alcune ville liberty veramente stupefacenti. Da queste parti abitava Tommaso, amico del protagonista di Ovosodo. Come si è capito, quel poco che sapevo di Livorno prima di venire qui lo devo a Virzì, uno dei migliori registi italiani contemporanei, che nella città natale ha girato, oltre alla pellicola già citata, anche La prima cosa bella.
Per restare in ambito cinematografico percorriamo il tratto di costa chiamato “Romito”, ovvero la strada costiera che porta a Calafuria, Quercianella e Castiglioncello, evitando prudenzialmente i sorpassi, come ci ha insegnato Dino Risi girando qui le scenefinali di uno dei suoi capolavori più celebri.
Anche Castiglioncello è stato un set ideale negli anni ’60, nonché un ritrovo di numerosi attori come Sordi e Mastroianni. Oggi è una gradevole località di villeggiatura situata su un promontorio, che ci invita a fare una passeggiata, prendere una focaccia e scendere alla spiaggia. C’è però giusto il tempo di riposarci un poco prima che il cielo, che nella mattinata si era aperto, non ricominci a minacciare pioggia. Pioggia che fortunatamente ci accompagna solamente nel tratto di strada che percorriamo una volta risaliti in auto in direzione Bolgheri.
Siamo nei luoghi resi celebri da Giosuè Carducci: l’entrata al borgo è la più suggestiva che si possa immaginare, con il lungo e rettilineo Viale dei Cipressi. Ma anche il borgo merita una passeggiata, tra locali e negozi di souvenir. Entriamo anche in una mostra di vinili d’epoca, dove uno degli organizzatori ci racconta nei dettagli la leggenda metropolitana della morte di Paul Mc Cartney.
Qualche chilometro più a nord di Bolgheri, per la precisione a Rosignano Solvay, si trovano le famose “spiagge bianche”. “Sembra di essere a Cuba”, questo è ciò che si sente ripetere da chi ci è già stato. Meno poeticamente, il colore della spiaggia è dato dagli scarti di lavorazione della Solvay. La balneazione intorno alla foce del canale di scarico è vietata, anche se un cartello ci informa che i parametri delle acque sono costantemente monitorati. La spiaggia è comunque affollata di appassionati di kyte-surf che hanno deciso di sfruttare la giornata piuttosto ventosa.
Rosignano Marittimo, a dispetto del nome (che deriverebbe da Maremma), è situato qualche chilometro all’interno. Lo attraversiamo per rientrare all’agriturismo e decidiamo di fermarci per fare una passeggiata fino al Castello.
La sera raggiungiamo Collesalvetti per una fiorentina ed un piatto di totani fritti, poi rientriamo in camera. Dopo una giornata da Livorno a Cuba, in luoghi resi celebri dalla musica, dal grande cinema e dalla poesia, direi che possiamo considerarci soddisfatti.

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