giovedì 11 novembre 2010

Coast al cubo - 10. Percorsi incrociati

Maratea, 7/8/2010
Il centro di Montescaglioso è un dedalo di strette viuzze,
ma ciò non impedisce alle auto di intrufolarsi in ogni anfratto e pertugio. Riusciamo a divincolarci e ad uscirne indenni; raggiungere le colline lucane con le loro strade pressoché deserte è un sollievo.
Facciamo
una deviazione al lago di San Giuliano, un bacino artificiale formatosi negli anni ’50 a seguito della costruzione dell’omonima diga. Un piccolo paradiso per i pescatori locali ed il posto ideale per un pic-nic o una pennichella. Ma non è l’orario ideale per nessuna delle due, e allora riprendiamo la strada. Tra Miglionico e Ferradina il paesaggio torna ad essere brullo e caratterizzato da alti calanchi; a prima vista sembrerebbero luoghi dove la Modernità non è ancora arrivata a distribuire vantaggi e danni, ma proprio a Ferradina si muore di tumore più che da altre parti. Colpa dell’ex fabbrica di amianto e della relativa discarica che ancora attende la messa in sicurezza.
Percorriamo la Valle del Basento, poi risaliamo verso il luogo dove tanti anni fa nacque il famoso amaro gustato ieri sera nel dopo cena, il posto migliore per farsi un’idea del territorio del Materano: Pisticci.
Pochi giorni fa, con un avventore fisso del bar dove vado a fare la pausa caffè quando lavoro, si parlava proprio di Pisticci; ed ora eccomi qua. Nomi sulla carta stradale che diventano racconti, che a loro volta si materializzano davanti ai miei occhi. La storia del rione Dirupo, per esempio, ricostruito dopo una frana seguendo un disegno urbanistico caratterizzato da ripide strade rettilinee ed abitazioni ad un piano, chiamate lammie. Pisticci presenta diversi aspetti, dai quartieri più moderni ai rioni Dirupo e Terranova, fino al Corso Margherita di Savoia, che collega il Municipio alla chiesa di impronta razionalista dedicata a San Rocco, costruita in pieno ventennio fascista.
Lasciamo Pisticci
e dopo una decina di minuti svoltiamo per una strada che sale per le spoglie colline lucane. La segnaletica orizzontale è totalmente assente e l’erba fa capolino tra le crepe dell’asfalto. Le stoppie dal ciglio della strada stanno per invadere la carreggiata. Al nostro passaggio cavallette giganti si spostano per farci spazio saltando qua e là, mentre un rapace volteggia pochi metri sopra le nostre teste. Stiamo andando a Craco, la città fantasma.
Il paese di Craco è stato abbandonato nei decenni scorsi in
seguito ad una frana e l’accesso al centro storico è interdetto in attesa della messa in sicurezza. La fama della città fantasma sta facendo entrare Craco in una sorta di circuito di turismo alternativo ed ha portato da queste parti diversi registi, che l’hanno scelta come location cinematografica.
Scendiamo in direzione Tursi. Abbandonando il Materano il paesaggio si fa più verde e ombreggiato. Dalle parti di Valsinni temiamo di aver sbagliato strada, ma l’apparizione della distesa azzurra del Lago di Monte Cotugno è liberatoria.
Craco, Latronico, Lauria…stiamo percorrendo il tragitto dei protagonist
i di “Basilicata coast to coast”, ma al contrario. D’altra parte è da quando siamo partiti che incrociamo i percorsi, virtuali o reali, compiuti da altri: i viaggi per fari di Enrica Simonetti, le migrazioni dei martinesi di Mario Desiati, il pellegrinaggio dei musicisti/teatranti di Rocco Papaleo…

Appena arrivati a Trecchina veniamo adescati da un ragazzino che, ben addestrato dai genitori, ci illustra con una parlantina degna del miglior imbonitore le “bellezze” di un villaggio turistico dall’aspetto in realtà poco attraente. Nonostante i suoi sforzi non riesce a convincerci: risaliamo sull’auto e ci buttiamo in picchiata verso il Tirreno. Si è fatta una certa ora e decidiamo di fermarci in un campeggio a Castrocucco, una frazione di Maratea al confine con la Calabria.
La giornata è stata faticosa: ci meritiamo una bella pizza. Con lo stomaco pieno camminiamo fino alla spiaggia in una notte senza luna e riusciamo solo ad immaginare la bellezza di questo posto, decantata tra gli altri anche da un certo Indro Montanelli.

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