domenica 21 novembre 2010

Coast al cubo - 11. Han fatto l'Italia, facciamoci italiani

Maratea, 8/8/2010
Per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia non potevamo scegliere viaggio migliore. Ci stiamo rendendo conto che la nostra vacanza, in quanto itinerante e non strettamente collegata ad un identità locale o regionale ma incentrata sull’Italia centro-meridionale, ci sta fornendo indicazioni su una più generica identità del Sud.
Lucania terra di briganti, si dice paradossalmente dell’unica regione del Sud Italia in cui è assente una vera e propria criminalità organizzata paragonabile alla Mafia siciliana, alla ‘Ndrangheta calabrese, alla Camorra campana o alla Sacra Corona Unita pugliese. Camuffando col termine brigantaggio quella che più propriamente dovrebbe essere chiamata resistenza. Resistenza nei confronti di quelli che per molti abitanti del Mezzogiorno da liberatori divennero ben presto occupanti. Non sono certo discorsi anti-unionisti o nostalgie borboniche, che si collocherebbero al pari del separatismo invocato dalla Lega Nord: vedo l’unità d’Italia come una cosa ovvia, ma altrettanto ovvio sarebbe stato garantire autonomie locali più forti ad un territorio geograficamente e culturalmente così composito e soprattutto con una lunga storia di frammentazione amministrativa e politica alle spalle.
Il nostro viaggio è lo spunto ideale per queste riflessioni, che fanno da contraltare ai fantomatici nazionalismi tanto in voga dalle nostre parti. Conoscere la realtà degli altri e cercare di comprenderne le ragioni è salutare e farà di noi – ne sono convinto – degli italiani migliori.
Emblematico del nostro viaggio è il posto in cui ci troviamo: un lembo di Basilicata sulla costa tirrenica, da cui vediamo da una parte l’estremità meridionale del Cilento (Campania) e dall’altra gli abitati di Praia a Mare e Scalea (Calabria).

Ci procuriamo una canoa e pagaiamo fino a raggiungere le prime calette incastonate tra gli scogli e le grotte a Nord di Castrocucco; qui facciamo il nostro primo bagno nelle acque tirreniche. Il nostro obiettivo può dirsi raggiunto: i tre mari sono stati conquistati. In questi ultimi giorni ci godremo il successo ottenuto.
Pranzo a base di pecorino di Moliterno, poi nel pomeriggio passeggiamo sulla spiaggia in direzione Sud. Seguiamo con lo sguardo uno degli ambulanti cingalesi che fanno avanti e indietro per la spiaggia con la loro mercanzia. Arriva alla foce del torrente Noce, confine tra Basilicata e Calabria. Qui la corrente si scontra con le onde del Tirreno, disegnando uno strano effetto sulla superficie dell’acqua. Il cingalese risale un tratto del torrente fin dove l’acqua è più calma. Da lontano lo vediamo alzarsi i pantaloni sopra le ginocchia, appoggiarsi l’espositore su una spalla e guadare il torrente. Sullo sfondo, i saliceti lungo il greto sassoso del Noce ed i canneti poco più in là, in un paesaggio che, se non fosse per le vette del Pollino sullo sfondo, potrebbe ricordare quello dei nostri fiumi. Una scena che racchiude in sé tutti i Sud del mondo. Lo seguiamo e sconfiniamo anche noi. Ci facciamo un bagno nelle acque calabresi: per me è la prima volta. Questo non era previsto, ma ormai ci abbiamo preso gusto: vogliamo strafare!

La sera festeggiamo con una bottiglia di Forest, tipica birra locale.

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