giovedì 4 gennaio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 5. Saluto al sole

Seline (Croazia), 9/8/2017
Seline è parte del Comune di Starigrad Paklenica, denominazione che unisce quella del centro principale a quella del parco nazionale, il cui confine è situato a pochissimi chilometri dal nostro appartamento. A dire il vero non avevamo tenuto conto di questo fatto, ma sfrutteremo l'occasione... domani.
Oggi abbiamo una gran voglia di mare. Una delle spiagge più interessanti della zona è quella di Pisak, a poche centinaia di metri dall'appartamento. Ci sistemiamo poco distante, in una zona un po' più ombreggiata. L'acqua è calma e quasi calda: ci troviamo verso il fondo del golfo protetto dalla penisola su cui sorge la città di Zara, a sua volta collegata con l'isola di Pag da un ponte. La striscia di ciottoli che separa la strada dal mare è frequentata soprattutto da croati. Pochi gli italiani da queste parti: a dispetto della storica influenza italiana, siamo ormai in piena Croazia. Al riguardo, per chi volesse conoscere le vicende belliche della città di Zara - allora enclave italiana - nel secondo conflitto mondiale, segnalo La zaratina di Silvio Testa, libro appena uscito che ho prontamente portato con me. La narrazione - si tratta di romanzo storico - si concentra sulle vicissitudini di una famiglia italiana costretta a lasciare la città: per questa ragione tende a tralasciare le vicende storiche e i soprusi da parte del Fascismo che hanno creato i presupposti della reazione anti-italiana, che pure vengono ricordati nella premessa. Si tratta comunque di un romanzo ben scritto.

Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo proprio a Zara, la cui visita è motivo principale della nostra tappa a Seline. Prima di partire ho visto le foto della città e dell'Isola Lunga sull'album di famiglia, ma ero troppo piccolo per ricordare. Quel che ricordo invece è la bellezza di questo tratto della Jadranska Magistrala, la strada statale adriatica che passa per Seline e ci porta in città. Superati i villaggi di Modrić e Rovanjska, in fondo al golfo, uno stretto canale che si fa spazio tra due versanti glabri introduce al Novigradsko More, insenatura piuttosto ampia e chiusa pur essendo collegata con il mare aperto. Superato il ponte, dove i più temerari si possono cimentare con il bungee-jumping, ci immettiamo in un tratto di campagna decisamente più dolce. Sulla strada incontriamo il paese di Islam Latinski: pochi chilometri più a sud si trova invece Islam Grčki. Islam Latino ed Islam Greco, letteralmente, perché qui si trovava il confine dell'Impero Ottomano: con latino e greco ci si riferiva alla religione prevalente degli abitanti dei due villaggi, cattolica o ortodossa.

Ora dovrei parlare della città di Zara, ma so già che ritorneremo tra un paio di giorni: per ora quindi mi limito ad alcune suggestioni della nostra serata zaratina. Dopo avere passeggiato per i vicoli interni della città, tra le tracce romane e veneziane presenti ovunque, abbiamo raggiunto l'Organo Marino giusto per il tramonto: il sole scompare all'orizzonte, oltre il canale che ci separa dall'isola di Ugliano e dalle altre numerose isole ed isolotti dell'arcipelago zaratino, accompagnato dal suono onirico e quasi spettrale originato dal moto ondoso, meritandosi pienamente l'applauso dei presenti. Saluto al sole, come il nome dell'altra opera dell'artista Nikola Basić, distante pochi metri dall'Organo Marino. Si tratta di una sorta di pedana circolare (23 metri di diametro) composta da piccoli pannelli fotovoltaici che la sera si illuminano di vari colori. Un'opera anche utile, visto che fornisce energia elettrica per l'illuminazione del lungomare della città.


Abbiamo con noi una rivista che ha contribuito a darci lo spunto per questo viaggio: allo stesso modo ci fornisce le indicazioni per un buon ristorante in piazza Petra Zoranića, di fianco a Piazza dei Cinque Pozzi, in uno degli angoli più suggestivi della città. Gnocchi con pašticada per me, carpaccio di tonno per Sara: una cena molto zaratina e di buona qualità, anche stavolta la rivista non ha sbagliato. Il rosé istriano è degno accompagnamento della serata.


 

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