mercoledì 10 gennaio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 9. Caraibi adriatici

Božava (Croazia), 13/8/2017


I Romani prima e i Veneziani poi la chiamarono Isola Lunga, nome rimasto nella toponomastica italiana per identificare quella che per gli Slavi è Dugi Otok. Denominazione che dice tutto sulla morfologia dell'isola, lunga circa 45 km e larga in media 3-4. C'è una sola strada che la percorre da Nord a Sud, offrendo perciò visuali strabilianti sul mare alternativamente dai vari versanti, quello orientale, sulle altre isole ed isolotti e sulla terraferma, e quello occidentale, sul mare aperto.



La mattina in realtà percorriamo una manciata di chilometri. Siamo nella zona di ieri ma un po' più vicini all'appartamento e sul lato del mare aperto. Più precisamente alla baia di Sakarun, probabilmente la più gettonata dell'isola. Parcheggiamo lungo la strada e percorriamo circa 300 metri (ma è disponibile un parcheggio a pagamento in prossimità della spiaggia) per raggiungere quest'angolo caraibico in mezzo all'Adriatico. Ci troviamo in fondo ad una profonda insenatura, con una spiaggia di ciottoli che lascia posto, appena entrati in acqua, ad una sabbia finissima e bianca. All'estremità nord della baia di Sakarun un tipico esempio della morfologia di Dugi Otok: Punta Loper, minuscolo promontorio collegato all'isola da una breve lingua di ciottoli.



Per il pranzo, a base di panino con kulan (salume tipico croato), ci troviamo di fronte ad una scelta: il bar con musica tamarra che parte alle 11 di mattina e ci raggiunge, seppure smorzato, fino all'estremità opposta della baia o quello in mezzo alla pineta con musica più soft sul genere bossanova, a gestione italo-croata? La scelta è scontata, tanto più che la bossanova ad un certo punto lascia il posto ai Noir Désir. Mi complimento coi gestori per la scelta. "Meglio di quegli altri", dico, e diplomaticamente ricevo per risposta solo un mezzo sorriso.



La festa di Sali (Saljske Uzance), centro principale dell'isola, era una delle cose che più ci avevano incuriosito mentre, da casa, preparavamo il viaggio sfogliando una rivista. Tutto è come ci era stato descritto, a partire della gara degli asini, un tempo fondamentali alleati dell'uomo nell'economia dell'isola. I quadrupedi devono percorrere avanti e indietro il lungomare che si sviluppa lungo i due versanti del porto. La gara ha un tono molto scherzoso e si svolge, almeno così ci sembra, nel rispetto degli animali. La giornata si conclude con il tuffo collettivo della banda nelle acque dell'Adriatico.



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