domenica 7 gennaio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 8. Saluti dal faro più alto dell'Adriatico

Božava (Croazia), 12/8/2017



Ci svegliano i tuoni che squarciano il cielo e scopriamo che nottetempo è piovuto. Prendiamo perciò tempo, facciamo colazione con tutta calma gustando šavjača (strudel) e camminiamo per il paese facendo le varie commissioni. A mattinata inoltrata il cielo comincia ad aprirsi e noi ci dirigiamo al vicino villaggio di Veli Rat, altro porto situato nel fondo di una profonda insenatura. Ordiniamo una pizza dalmatina, chiaramente con abbondante prosciutto dalmata che ci causa arsura immediata.








Nel pomeriggio placheremo invece la nostra sete di mare: oltrepassiamo Soline per raggiungere il faro più alto dell'Adriatico. Una torre di 48 metri ospita alcuni appartamenti per turisti e svetta sull'orto, sul banchetto di frutta e verdura, sulla spiaggia adiacente, sulla zona griglie e sulla casa del custode, che esce all'aperto mentre noi arriviamo per portare da mangiare all'asino. Proseguiamo oltre il campeggio fino al Most, ovvero "il ponte", una striscia di ciottoli che separa Dugi Otok dalla sua estremità settentrionale: mare a destra e sinistra e un piccolo promontorio di macchia mediterranea di fronte. Ritorniamo lungo la baia Pantera, sul lato opposto del faro di Veli Rat, e ci fermiamo in una delle quiete calette.







La sera a Božava c'è la festa del paese. Dopo una passeggiata nei dintorni, tra muretti a secco, uliveti, recinti per le pecore, piccole costruzioni rurali ed un improbabile campo da calcio, arriviamo giusto in tempo per la gara di tiro alla fune tra bambini e bambine: i primi sono più numerosi ma più piccoli, le femmine più grandicelle e hanno la meglio. Dopo la sfida comincia la distribuzione di cozze alla buzara e hamburger, vino e birra. Un paio di canzoni della band e sembra tutto finito, ma è solo l'inizio: la musica popolare croata riprende più tardi e ci accompagnerà fino a notte fonda.

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