sabato 6 gennaio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 7. Mattinata zaratina

Božava (Croazia), 11/8/2017


Ripartiamo da Seline con un gradito omaggio da parte della padrona di casa: una vaschetta di fichi che ci aiuterà a non rimpiangere troppo il fatto che perderemo una parte della raccolta della pianta di casa nostra. A dire il vero si tratta di una varietà diversa: i frutti sono molto più piccoli ma saporiti.



Ripercorriamo la spettacolare strada che porta a Zara e parcheggiamo nello stesso punto di due giorni fa. Scopriamo dai manifesti affissi in giro per la città che tra pochi giorni ci sarà il concerto dei Pet Shop Boys. Noi oggi pomeriggio lasceremo la terraferma e ci perderemo questo tuffo indietro negli anni '80/'90, ma devo dire che Zara si dimostra piuttosto attiva. Anche per quanto riguarda l'arte. Il Museo Nazionale ospita infatti una mostra di Chagall. Dopo avere scoperto l'attività di ceramista di Picasso due anni fa a Rovigno, questa è l'occasione per approfondire l'affascinante percorso dell'artista russo.


Nella periferia di Zara non mancano alcune brutture, ma il centro è delizioso e lo ripercorriamo nuovamente, concedendoci, dopo un pasto frugale ma sempre gradito a base di burek, un caffè e una zadarska krempita, che si caratterizza rispetto a quella classica per un sottile strato di cioccolato sopra la panna e la sfoglia.
Zara è stata a lungo un'enclave italiana: le vicende della città sono narrate nel libro di Silvio Testa La zaratina, che sto leggendo in questi giorni. La lettura del romanzo è un utile approfondimento di quanto ha subito la città alla fine della Seconda Guerra Mondiale, con annessa rimozione forzata del legame storico tra Zara e Venezia. I protagonisti del romanzo vivevano alle Colovare, il quartiere a sud della città che vediamo allontanarsi a bordo del traghetto per l'Isola Lunga, come la chiamavano i Veneziani (Dugi Otok per i Croati). Al riguardo preciso che le ultime tracce di italianità le lasciamo sulla terraferma: Dugi Otok, anche nel periodo fascista, non è stata sotto il controllo italiano nonostante lo storico legame con la città di Zara.


Dai bagnanti di Colovare ai villaggi sparsi per le isole di Pašman e Ugljan ed altri isolotti, fino allo sbarco al porto di Brbinj. Da qui raggiungiamo Božava, dove veniamo ben accolti dalla nuova padrona di casa.


La prima impressione di Božava è quella di un villaggio molto tranquillo, popolato da una nutrita colonia felina. La nostra giornata si conclude con un piatto di calamari alla griglia in uno dei ristoranti sul porticciolo, in fondo all'insenatura dove sorge il paese.

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