giovedì 11 gennaio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 10. Gli asini di Sali

Božava (Croazia), 14/8/2017

Dugi Otok è affascinante ma la vita, qui, non è affatto semplice ed infatti nel Dopoguerra c'è stato un significativo spopolamento. "Speriamo che arrivi la nave col rifornimento d'acqua" ci dice la padrona di casa. Già, perché sull'Isola Lunga l'acqua scarseggia e viene portata dalla terraferma. Ma non è questa l'unica difficoltà: "Fare la spesa è difficile, l'offerta è limitata e proprio per la mancanza d'acqua gli orti non bastano a sfamare gli abitanti. Io vado a Zara una volta alla settimana. Qui i prezzi sono troppo alti".
Aspettando la nave dell'acqua noi ritorniamo a Sali, l'unico centro dotato di farmacia (e di altri servizi essenziali), raggiungibile in una quarantina di minuti di macchina. Ne approfittiamo per visitare la famosa e vicina riserva naturale di Telaščica. Poco dopo l'entrata ecco una casupola ed un ristorantino, ancora chiuso a quest'ora, ed un susseguirsi di piccole baie con i loro isolotti e qualche auto e camper di turisti che si godono la quiete. Ci troviamo nel fondo di un braccio di mare situato tra la riserva e l'estremità orientale dell'isola, che prosegue una manciata di chilometri oltre Sali. Saliamo al belvedere, che offre una vista sulle isole di Pašman ed Ugljan e, più ad oriente, il litorale dalmata, la città di Zara, la sagoma massiccia della catena del Velebit. A sud, oltre il lago Mir, il mare è punteggiato dai numerosi isolotti glabri che compongono l'arcipelago delle Incoronate (Kornati). Ai nostri piedi, le alte falesie a picco sul mare (150 metri circa).
Scendiamo nuovamente e parcheggiamo l'auto poco prima dell'area preclusa ai mezzi motorizzati. Di nuovo il macadam che ci porta nella zona dove sono concentrati i ristoranti, i bar ed i negozi di souvenir. Prima di pranzo, però, un bagno e un saluto agli asini che vivono in stato semi-selvatico nell'area a loro dedicata. Gli asini di Dugi Otok sono uno dei simboli dell'isola.

Percorriamo l'intero perimetro del lago Mir, dalle acque verdastre e salate: è infatti collegato al mare attraverso delle cavità sotterranee nella sottile striscia di terreno che lo separa dall'Adriatico, nell'unico punto dove le falesie si interrompono ed è possibile accedere al mare attraverso gli scogli. Qui Sara può mettere a frutto le lezioni di stone-balancing prese a Tramonti: è usanza dei turisti costruire torri di sassi, e la vista d'insieme di queste costruzioni è davvero singolare.
Lungo la via del ritorno diamo un passaggio a Nikola, skipper croato che si lamenta dei turisti suoi connazionali ("si atteggiano a signori, sperperano i soldi e poi vogliono tirarti giù il prezzo") ma che ci decanta le bellezze delle isole che più ama frequentare. Si sofferma in particolar modo su Brač e Hvar, proprio quelle che ci mancano! Prendiamo appunti per i prossimi viaggi e rimuginiamo la sera al porticciolo di Božava, mangiando una palačinka.

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